grazie all’azione di mobilitazione ed alla capacità di dare le prime risposte dell’Assessore Regionale.
Noi comunque andiamo avanti: questa gestione abusiva e incapace deve andare a casa e devono essere indette le elezioni democratiche in modo che si possa mettere in campo una vera ipotesi di riforma e rilancio del Consorzio.
Nei giorni scorsi Altragricoltura aveva posto una serie di domande sulla inquietante situazione al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, mentre si stanno sviluppando una serie di iniziative di mobilitazione e di denuncia per ottenere trasparenza in una gestione sempre più compromessa che pesa come un macigno sui destini delle aziende agricole servite dal “disservizio di un Ente che dovrebbe gestire in maniera razionale la risorsa principale per produrre (l’acqua) ma che, in realtà, fa acqua da tutte le parti”.
Il Presidente del Consorzio di Bonifica, in risposta alle domande poste, nei giorni scorsi si è trincerato dietro il paravento delle Organizzazioni Professionali Agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura) e dietro i ritardi della Regione Basilicata, che non avrebbe indetto le elezioni “che lui (sic!) vorrebbe” per giustificare il fatto che è ancora al suo posto nonostante sia palesemente illegittima la sua condizione e nonostante il buco di bilancio che ha accumulato nella sua veste di Amministratore (vedremo di quante decine di milioni di Euro una volta che le carte le tirerà fuori davvero).
“In effetti” ribadisce Gianni Fabbris ” di protettori e -copertori compiacenti e interessati- ne deve avere avuto molti in questi anni di occupazione contro legge se, nonostante il buco di bilancio accumulato è ancora al suo posto come non avrebbe potuto fare se l’Ente fosse gestito con criteri manageriali come dovrebbe essere un Consorzio. Quale azienda che non sia un carrozzone compromesso con la politica avrebbe assistito senza mandarli a casa allo scempio delle risorse ed all’accumulo delle perdite?”.
Altragricoltura tornerà nei prossimi giorni sulle questioni poste e sulle risposte non avute nelle sedi opportune. Sarà interessante, per esempio, capire se gli organi investigativi e la magistratura riterranno che il Presidente Carriero possa aver fornito con la sua impresa privata il Gasolio al Consorzio cui si era fatto staccare la corrente per morosità. Sarà interessante capire di quanto siano in realtà le fatture di fornitura, quante siano, come siano state pagate e in virtù di quale gara siano state giustificate. Non abbiamo capito bene se il Presidente del Consorzio abbia presente che esistono delle leggi in Italia che regolano il modo come si gestiscono le risorse di un Ente che non può essere ridotto ad una gestione familistica. Soprattutto se, poi, questa gestione produce debiti.
Altragricoltura andrà fino in fondo nelle sedi dove, a questo punto, ci aspettiamo risposte visto che continuiamo a non averne o ad averne di reticenti e elusive e nei prossimi giorni saranno annunciate ulteriori iniziative e sviluppi con l’obiettivo di raggiungere risultati concreti a vantaggio del territorio, dei cittadini e degli agricoltori.
Un primo risultato si sta profilando per i prossimi giorni. Avevamo detto chiaramente che non potevamo in alcun modo accontentarci della sospensione dell’aumento dei canoni annunciata dalla Regione Basilicata (che pure avevamo considerato utile) ma che la delibera illegittima doveva essere ritirata e chiarito che il ritiro potevano farlo solo due soggetti: o il Consorzio (ovvero l’Ente che l’aveva emessa) o un magistrato. Per questo abbiamo avviato un ricorso al TAR di Basilicata a firma di circa 50 agricoltori oltre che dalla stessa Altragricoltura per ottenere il ritiro della delibera, ricorso che, ribadisce Fabbris, “E’ l’unico in piedi e non solo minacciato” e che, se fosse stato accolto avrebbe determinato non solo l’annullamento della delibera ma, anche, l’automatica decadenza degli organismi illegittimi che la hanno emessa. Per questo all’Assessore Regionale Nicola Benedetto, avevamo chiesto con fermezza e chiarezza l’unico atto utile che ci aspettiamo dalla Regione della Basilicata: che intervenisse con i suoi poteri per far ritirare la delibera al Consorzio.
L’Assessore Benedetto ha annunciato la risposta alla questione posta, incontrando Altragricoltura nella nostra sede di Bernalda. Nell’incontro ci ha annunciato che Martedi 28 Maggio la Giunta Regionale Lucana approverà l’accordo con l’ENEL che riduce significativamente i costi dell’energia elettrica per il Consorzio tanto da non giustificare più la richiesta di nessun aumento da parte del Consorzio stesso per coprire le perdite che ha accumulato negli anni scorsi. Fabbris, durante l’incontro, ha dato atto all’Assessore Benedetto del buon lavoro fatt, di come si sia speso ed espresso apprezzamento sulla soluzione tecnica messa in campo. Del resto, ha osservato, “noi stessi avevamo chiesto come sia possibile che il Consorzio (proprietario delle fonti primarie di produzione dell’energia e cliente di primordine per l’ENEL paghi l’energia molto di più di un privato cittadino”. Bene l’azione della Regione ma, in definitiva, l’Assessore Benedetto (da pochi giorni in carica) ha fatto quello che il Presidente del Consorzio che ha amministrato per dieci anni avrebbe dovuto fare da tempo (invece che fornire il Gasolio con la sua ditta privata quando l’ENEL staccava la corrente per morosità cercando poi di aumentare i canoni agli agricoltori per recuperare). Anche di questo chiederemo conto.
Per ora ci interessa solo una cosa: “Se è vero che martedi la Giunta Regionale Lucana approverà l’accordo con l’ENEL di riduzione dei costi futuri e dei debiti passati, il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto deve entro mercoledi ritirare la delibera di aumento dei canoni e rifondere i soldi a quanti li hanno già pagati.
Noi ci aspettiamo che lo facciano ed, a scanso di equivoci, mentre continuiamo a tenere in piedi il ricorso al TAR fino a quando non vedremo i fatti, diamo appuntamento per una conferenza stampa Giovedi mattina 30 maggio alle ore 11 davanti al Consorzio di Bonifica a Matera. In quella sede verificheremo se avranno adempiuto al loro dovere ed annunceremo le ulteriori iniziative, perchè è chiaro che, ottenuto il ritiro della delibera di aumento, a maggior ragione “se ne devono andare a casa” per manifesta incapacità, illegittima condizione e per poter rilanciare un Ente che deve tornare ad essere al servizio dello sviluppo del territorio e rispondere ai consorziati.