Consegnata la lettera al Consorzio con cui gli agricoltori chiedono le dimissioni dei “sedicenti Presidenti e Consigli” ormai Lunedi mattina la notifica del ricorso al TAR contro la delibera che dispone l’aumento dei costi, in settimana il deposito della denuncia alla Procura della Repubblica.
Altragricoltura prende atto dell’intervento dell’Assessore Nicola Benedetto; bene il primo passo: ora serve andare fino in fondo, la delibera sia ritirata, si commissari l’ENTE e si indicano nuove elezioni.
“Gli abbiamo dato i cinque giorni come si fa con la colf beccata a mettere le mani nella marmellata” dice alla fine della conferenza stampa tenuta stamattina a Matera Gianni Fabbris mentre mostra la lettera indirizzata ai consiglieri del Consorzio che gli agricoltori hanno appena protocollato alla segreteria del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, aggiungendo: “Così la smetteranno di dire che gli agricoltori in questi anni non hanno posto il problema della legittimità degli organismi di governo di questo Ente e che a tutti va bene così. Semmai va bene a Coldiretti, CIA e Confagricoltura che esprimono nell’Ente il Presidente, il Vicepresidente e i componenti il Comitato di Coordinamento (tutte cariche lautamente retribuite) e controllano direttamente la vita, la gestione e la cassa del Consorzio. Si finisca con la mistificazione, la volontà degli agricoltori è chiara: andate a casa e si indicano nuove elezioni“.
Nella giornata di ieri Gianni Fabbris aveva incontrato l’Assessore Regionale Nicola Benedetto da cui aveva appreso i termini con cui la Regione Basilicata ha, finalmente, “sospeso” gli effetti della libera di aumento dei canoni che il Consorzio ha la pretesa di imporre agli agricoltori. Sospensione utile ma che non risolve il problema dal momento che la delibera è ancora in essere (solo il ritiro da parte di un giudice o dello stesso Consorzio risolve il problema). Chiaro il giudizio di Altragricoltura espresso all’assessore “Bene il primo passo fatto ma ora occorre andare fino in fondo e dunque ritirare la delibera“. A scanso di qualsiasi rischio, dunque, gli agricoltori lunedi mattina 6 Maggio notificheranno nei tempi utili per mezzo degli avvocati del Soccorso Contadino (Avv. Francesco Fucci di Senise e Avv. Antonio Melidoro di Nova Siri) il ricorso amministrativo al TAR ed alla Commissione Tributaria.
Cosi, pure, prosegue il percorso che porterà gli Avvocati del Soccorso Contadino a depositare la denuncia alla Procura della Repubblica su quelli che possono essere tranquillamente considerati “azioni illegittime e illegali” su cui andrà fatta chiarezza e per cui, ove fossero accertate responsabilità, “non esiteremo a chiedere danni agli amministratori anche nella sede civile” ha ribadito Fabbris.
Il punto centrale per Altragricoltura è quello di fare chiarezza su cosa è diventato il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Un Ente che ha accumulato diverse decine di milioni di Euro di debiti (35 circa due anni fa che sono aumentati) e che dice di vantare molti crediti per cui ogni volta piange con il cappello in mano alla corte della politica regionale.
In verità i debiti degli agricoltori inadempienti verso l’Ente sono ben poca cosa: sempre due anni fa non erano oltre 1milione e seicentomila. Vero è che molti altri devono soldi al Consorzio di Bonifica: la Curia Arcivescovile di Matera, la Provincia, molti comuni e diversi altri Enti e società. Debitori nei cui confronti il Consorzio di Bonifica, a quanto ci è dato sapere, si guarda bene di emettere atti giudiziari coercitivi mentre taglia l’acqua per l’irrigazione delle colture agli agricoltori che, essendo in crisi, non riescono a pagare con regolarità. Siamo al paradosso: un organismo che dovrebbe essere governato dagli agricoltori che fa la faccia truce contro di loro e “dimentica” di agire con i potenti!
In ogni caso i crediti che il Consorzio di Bonifica vanta e che continua ad iscrivere per far quadrare i bilanci sono probabilmente inesigibili e comunque non riuscirebbero a coprire un buco dovuto a diverse cause che non sono imputabili agli agricoltori ed ai cittadini che dovrebbero essere assistiti da un servizio efficente.
Sicuramente grava la mancata Riforma dell’Ente che la politica regionale continua a promettere e a non fare ma, soprattutto, pesa la incapacità manageriale e gestionale di chi lo ha diretto fin qui.
Può un Ente che è proprietario di alcune delle fonti primarie di produzione di energia (l’acqua) nonchè di superfici disponibili che potrebbero essere attrezzate con pannelli solari o impianti di produzione di energia verde, pagare l’ENEL con un costo a KW doppio se non triplo di qualsiasi comune cittadino?
Questo Consiglio oggi dovrebbe dire ai suoi consorziati che è in grado di abbattere il costo dei canoni visto che ha fatto una politica di investimenti oculata e managerialmente efficiente e, invece, pensa di fare cassa chiedendo agli agricoltori di ripianare debiti che non hanno mai voluto e sulla cui origine c’è da fare molta chiarezza.
Oggi più che mai c’è bisogno di una riforma dell’Ente per trasformarlo da carrozzone subalterno alla politica che produce debiti a strumento di governo e rilancio del territorio e dell’agricoltura ma, per farlo, il primo passo non può che essere l’azzeramento totale degli organismi e l’elezione di nuovi in modo da consentire una reale e trasparente democratizzazione.
Questo chiediamo al nuovo assessore all’agricoltura di cui conosciamo la vocazione e l’esperienza manageriale e che, siamo convinti, non possa che apprezzare la richiesta di una svolta che in fondo chiede che l’impresa agricola sia messa in condizione di fare il suo mestiere. Gli agricoltori non possono più sopportare le cappe di piombo di burocrazie ed enti mal gestiti che pesano sulle loro economie. Se ne vadano a casa, si azzeri e si apra il confronto per una riforma democratica del Consorzio di Bonifica: questa è la richiesta che documenteremo all’assessore Nicola Benedetto appena avremo modo di incontrarlo, nel frattempo andiamo avanti per impedire ulteriori disastri