Da poche ore si è concluso l’incontro nazionale tenutosi in Basilicata, a Bernalda provincia di Matera, tra i diversi componenti del direttivo di Altragricoltura.
Erano presenti diverse personalità: Tano Malannino – Presidente nazionale del movimento, Pardo Di Paolo – Molise, Maurizio Mazzariol – Toscana, Giuseppe Pelullo – Alta Irpinia; una folta rappresentanza costituita da imprenditori agricoli quali Maurizio Ciaculli di Vittoria (RG), i lucani Gaetano Fortunato e Leonardo Conte di cui stiamo seguendo le vicende attraverso le nostre campagne e iniziative, nonché gli avvocati del Soccorso Contadino tra i quali Antonio Melidoro e tecnici lucani come Giovanni Samela.
Ognuno di loro è arrivato all’incontro con una sintesi delle esperienze realizzate in questi anni che li ha coinvolti in processi diversi. Durante questa due giorni ci si è confrontati molto sullo stato del movimento, partendo dal radicamento nelle singole realtà territoriali fino ad avanzare proposte su come Altragricoltura dovrebbe essere ridefinita senza dimenticare i cambiamenti intervenuti a causa di una crisi globale che non investe solo le campagne.
L’incontro è stato introdotto dal coordinatore nazionale Gianni Fabbris che è partito dalla situazione contingente, lucana e sicula, invitando i suoi ospiti a un confronto generale sulla fase che si sta attraversando e lo stato dell’arte complessivo del movimento, ricordando a tutti i presenti che la storia di Altragricoltura inizia nel 2001, ben dodici anni fa (prima del Social Forum di Genova) ponendo alla base del suo operare la Sovranità Alimentare, elemento comune per i territori su cui ricomporre gli interessi del mondo rurale, delle campagne e dei consumatori.
Da allora molto è cambiato e molte sono state le iniziative promosse, tra le quali la marcia dei trattori che coinvolse tutto il Sud Italia fino ad arrivare a Roma come ricordava Giuseppe Pelullo, passando per forti contraddizioni interne che hanno portato ad una profonda lacerazione del gruppo dirigente mentre si attuava una grande trasformazione nelle campagne.
Ecco quindi che nasce oggi la necessità, potremo dire l’emergenza, di una ridefinizione della linea che Altragricoltura intende perseguire d’ora in poi e che non può trascendere dalla territorialità ossia dai caratteri endemici propri di ogni territorio. Lo stesso Mazzariol ha sottolineato la presenza di tante espressioni territoriali che possono essere inserite in questo contesto cercando di comprendere se possono servire realmente alla costituzione di un sistema unificato, quale, ad esempio, il ruolo sempre maggiore delle OP.
Importante per analizzare i processi è non dimenticarsi della crisi prodotta dal capitalismo, iniziata negli anni ’70 e poi gravemente compromessa fino ai nostri giorni, come ha più volte sottolineato Di Paolo. Se è vero che sussistono tante agricolture e tanti tipi di agricoltori per quanta è lunga l’Italia, vasta l’Europa e in modo complessivo il pianeta, continua, è anche vero che tutte dipendono in modo diretto dalla finanza che s’impone sui mercati locali, con i quali gli agricoltori devono confrontarsi ogni giorno. Esistono, infatti, due grandi attori che decidono sui ‘burattini a cui tirano i fili’: il capitalista finanziario ossia il percettore d’interesse sugli investimenti e, il capitalista commerciante evidenziando in esso la GdO. In tutti questi anni l’obiettivo è stato vincere in competitività, continua Di Paolo, realizzando investimenti e conseguentemente rivolgendosi a banche e istituti finanziari che hanno potuto così mettere il ‘cappio al collo’ agli agricoltori. Inoltre gli stessi agricoltori producendo sempre in quantità maggiori hanno portato a un aumento dell’offerta e, conseguentemente, a un calo dei prezzi. Sinteticamente spendere più soldi per abbassare i prezzi, riducendo i ricavi.
Le analisi prodotte sono state sostanziali per evidenziare che, anche se non sarà semplice imporre la rappresentanza nei diversi territori perché se ne dovranno verificare le reali possibilità di sviluppo, Altragricoltura può e deve essere l’unica alternativa valida a questo stato di cose. E’ stato sottolineato infatti come essa persegua un modello agricolo anticapitalistico in cui la centralità viene attribuita alle aziende agricole, propone occupazione anziché meccanizzazione e la produzione di beni in linea con la salubrità dei territori, dei consumatori e delle politiche agrarie comunitarie (PAC).
L’ipotesi finale passa quindi, attraverso l’importanza, come sottolinea Mazzariol, di localizzare i processi e di costituirsi come una confederazione di reti affinchè ognuno lavori costruendo sistemi diversificati che siano sempre in linea con le esigenze del territorio di riferimento ma che siano anche messe in relazione con il resto del territorio nazionale.
E’ stata l’occasione, inoltre, di presentare il portale di Altragricoltura, la sua interfaccia grafica e le diverse sezioni in cui si struttura, evidenziandone i contenuti e gli strumenti di cui si avvale. Esso potrà essere utilizzato non solo come strumento di verifica e relazione attraverso sezioni dedicate al forum, alle mailing list, etc., ma può essere anche il luogo virtuale in cui far convergere le diverse realtà territoriali e farle conoscere alla comunità.
Si è pertanto sottolineata l’esigenza che ogni territorio si attivi affinchè individui nel suo organico persone motivate ad aggiornarlo e a farlo proprio.
Prossimo incontro nazionale sarà a ‘Terra Futura’ presso la Fortezza da Basso a Firenze, il 17 – 18 e 19 Maggio, per parlare tuttin insieme di Sovranità Alimentare.