fonte: Ansa (vedi articolo originale)
I terreni gestiti biologicamente presentano una maggiore capacita’ di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsita’ di precipitazioni. E’ quanto emerge dallo studio intitolato ‘Enviromental Impact of different agricultural management practices: conventional versus organic agriculture’, apparso sulla rivista ‘Critical reviews in plant sciences’, realizzato dai ricercatori guidati dal prof. Maurizio Paoletti del Dipartimento di Biologia dell’Universita’ di Padova in collaborazione con l’Universita’ di Cornell, USA.
Secondo la ricerca i sistemi di agricoltura biologica presentano inoltre una maggiore biodiversita’ sia vegetale che faunistica rispetto ai sistemi convenzionali. Si e’ anche notato come l’agricoltura biologica abbia una maggiore efficienza energetica anche se, in media, esibisce rendimenti inferiori e quindi una ridotta produttivita’ rispetto a quella convenzionale, fornendo comunque altri vantaggi ambientali importanti quali il bando dell’uso di prodotti chimici nocivi per l’ambiente ed i consumatori. La ricerca mostra come l’agricoltura biologica sia un sistema che migliora la fertilita’ del terreno massimizzando l’uso delle risorse locali, evitando l’impiego di prodotti chimici di sintesi ed in genere migliora la biodiversita’ e diminuisce l’impatto ambientale.
”Abbiamo effettuato una rassegna comparativa – spiega il prof. Paoletti – delle prestazioni ambientali dell’agricoltura biologica versus quella convenzionale, non tralasciando alcune importanti questioni socio-economiche legate alle scelte di campo. Abbiamo visto – rileva – come la gestione organica delle pratiche agricole riduca notevolmente la perdita di terreno, aumentando invece il contenuto di sostanza organica e migliorando nettamente le caratteristiche ecologiche”