fonte: EnAIP Piemonte (vedi articolo originale)
Prende sempre più forma in Burundi Il progetto “Assistenza tecnica agricola in Burundi”, finanziato con i fondi dell’8 x 1000 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad EnAIP Piemonte. Tale progetto di grande importanza sia a livello territoriale che nazionale, sta coinvolgendo le associazioni di contadini delle colline della zona di Kiryama, per sensibilizzare al problema della malnutrizione in questo Stato. Problema che potrebbe essere superato con l’applicazione di nuove tecniche di agricoltura ed in particolare con la semina del girasole per la produzione dell’olio.
Da qui nasce l’idea della la fattoria di Kiryama, Centro didattico per la popolazione locale e sperimentale per la produzione di nuovi prodotti alimentari. Quattro le azioni fondamentali già messe in atto:
Azione I – Creazione di un vivaio e di un semenzaio di piante orticole.
Uno dei primi problemi dell’agricoltura locale è la difficoltà di trovare sementi selezionate e adattate al territorio; da qui l’idea di creare un vivaio che produca piante e sementi, con alte probabilità di attecchimento e produttività, in modo da affrancarsi gradualmente dalla necessità di acquistarle dall’estero. Durante le attività si sono riscontrate gravi lacune da parte del personale tecnico, che verrà formato nel corso del progetto, affinché possa successivamente produrre in autonomia. Sono stati organizzati incontri di sensibilizzazione con la popolazione locale e sono state create associazioni collinari di contadini, affinché, lavorando insieme, possano condividere competenze ed esperienze. Ad oggi sono state create 5 associazioni e ciascuna conta minimo 50 associati. Sono, inoltre, state avviate alcune ricerche per l’apertura di nuovi canali di mercato per i prodotti dell’orto e ad oggi sono presenti due accordi con supermercati locali che acquistano gli ortaggi dai produttori.
Azione II – Creazione di una filiera di produzione di olio di semi e biodiesel.
In Burundi l’olio alimentare più diffuso è l’olio di palma, il quale però si produce soltanto nelle zone altimetriche più basse della fascia lungo il Lago Tanganica. Ciò significa che la maggior parte della popolazione, che vive ad altitudini in cui la palma non è presente, deve sobbarcarsi dispendiosissimi viaggi in salita per approvvigionarsi di olio. Poiché sull’altipiano si coltiva già l’arachide e si è già sperimentato con successo il girasole, il progetto si propone di introdurre a Kiryama la coltivazione del girasole e la spremitura dei semi, autoproducendo in loco le sementi e diventando un punto di riferimento per la spremitura di semi di girasole e di arachidi coltivati dai contadini locali. In questo periodo sono stati acquistati i macchinari per la spremitura e produzione dell’olio, che sono stati inviati in Burundi nel mese di marzo. Si prevede l’installazione e l’avvio della produzione dell’olio in questi mesi.
Azione III – Incremento e sviluppo dell’allevamento bovino da latte.
Attualmente presso la Fattoria di Kiryama si allevano 16 capi di razza Holstein Frisian, di cui 5 da latte, che producono circa 7-8 litri di latte al giorno, con una durata della lattazione massima di 5 mesi ed una qualità del latte estremamente povera. Questa attività di assistenza tecnica e di raccolta dati sul patrimonio zootecnico locale è funzionale all’obiettivo di far diventare la Fattoria un Centro di selezione genetica, che operi nel modo seguente:
• acquistare dagli allevatori locali coinvolti nella rete di assistenza tecnica i migliori esemplari giovani, maschi e femmine, al fine di raccogliere nella fattoria il meglio della genetica locale;
• allevarli nella migliori condizioni e monitorarne costantemente le performance;
• istituire, con i maschi migliori, un Centro di monta a servizio degli allevatori locali che consenta loro di:
– migliorare la genetica del loro allevamento;
– non avere la necessità di allevare in proprio un toro, sostenendone i costi di mantenimento;
– evitare delle consanguineità;
– effettuare una monta sotto controllo sanitario.
• restituire le giovani femmine selezionate agli allevatori locali, in modo da migliorare gradualmente la produttività degli allevamenti .
In questo semestre sono stati coltivati campi di soja, in qualità di leguminosa da consociare con le graminacee foraggiere già utilizzate. Inoltre, grazie agli incroci frisona-ankolè, sono già nati 2 vitellini. Per quanto riguarda gli allevatori locali è iniziata una selezione di essi in modo che possano diventare allevatori pilota per ogni collina e da essi si possa partire per creare delle associazioni di allevatori, tramite le quali far passare le nuove tecniche di miglioramento dell’allevamento e dell’incremento della produzione di latte.
Azione IV – Incremento e sviluppo della trasformazione del latte.
La Fattoria di Kiryama dispone di una serie di impianti, la maggior parte risalente agli anni ‘70, molto poco adatti alla realtà produttiva locale. Attualmente la produzione casearia della Fattoria è in difficoltà a causa di alcuni fattori determinanti: una propria produzione di latte scarsa in termini quantitativi e qualitativi; la non conoscenza della qualità del latte che si va a trasformare; l’assoluta necessità di ricorrere alla pastorizzazione; la necessità di utilizzare lattofermenti liofilizzati di produzione europea e dai costi proibitivi; la carenza di energia elettrica; l’utilizzo della legna come unico combustibile; l’assoluta mancanza di qualsiasi cultura o tradizione casearia, forse frutto di zoonosi anche gravi (brucellosi, tubercolosi, ecc.) trasmettibili attraverso il latte. A tali fattori limitanti se ne sommano altri che dovranno essere modificati; l’utilizzo di caglio microbico di origine sintetica anziché di caglio naturale; la produzione solo di un’unica tipologia di formaggio, l’utilizzo di latte intero (scrematrici e zangole sono rotte ed inutilizzabili); lo spreco del siero di latte; il sotto utilizzo di molte attrezzature di cui potenzialmente disporrebbe la Fattoria.
Alcuni passi avanti però sono già stati fatti. E’ stata, per esempio, costruita la cantina per la stagionatura del formaggio ed è prevista a breve la finalizzazione di tale struttura. Inoltre sono stati acquistati un termometro e un Phmetro. E’ iniziata, infine, la produzione di ricotta e formaggio fresco a partire dal siero rimanente dalla produzione del formaggio Gouda. Si stanno anche avviando nuovi canali di mercato per la commercializzazione di questi prodotti.
I risultati paiono molto positivi e hanno avuto successo anche tra la popolazione locale.
Prime importanti briciole per sconfiggere la fame.