fonte: LaStampa (vedi articolo originale)
Il principio della sovranità alimentare, nato in occasione del Forum parallelo al vertice FAO sulla Sicurezza Alimentare del 1996, si basa su 4 pilastri: diritto al cibo, accesso, gestione e controllo delle risorse naturali, modello agricolo sostenibile e di piccola scala, commercio internazionale più giusto e più equo. Tuttavia, a distanza di anni, siamo ben lontani da una sua attuazione e assistiamo ancora a gravi squilibri, pure aggravati dalla crisi internazionale.
Il fatto è che le risorse naturali sono e restano appannaggio di pochi, ma quei pochi – vale dire noi abitanti del mondo ricco del Nord – semplicemente non se ne curano. 800 kg annui di cereali (compresa l’alimentazione animale per fornire carne) sono a disposizione di un abitante del Nord America, per un indiano non si raggiungono i 200. La corsa ai biocarburanti – per certi versi “ecologica” – di fatto non fa che aggravare la situazione: per fare un pieno ad un SUV di medie dimensioni occorre una quantità di cereali pari all’alimentazione annuale di una persona. Al nord si fa il pieno per l’auto e al sud c’è chi non riesce ad immettere a sufficienza cibo e nutrienti nel proprio stomaco.
Eppure “la tavola di Dio” era per tutti nell’ottica della creazione, così il Convegno che si è aperto oggi a Washington promossa dall’Ecumenical Advocacy Days for Global Peace with Justice (Ead) è solo un passo verso una presa di coscienza del problema da parte del mondodel nord, ricco e cristiano.
In termini di giustizia, per tutti. “At God’s Table: Food Justice for a Healthy World”, rappresenta l’11° Incontro annuale dell’Associazione ecumenica, sorta allo scopo di far maturare le coscienze ad una responsabilità nei confronti del prossimo, della società e del pianeta: un’autentica sveglia per un impegno politico dei cristiani di ogni chiesa.
Il Convegno di quest’anno intende quindi esplorare – in un mondo che produce cibo a sufficienza – le ingiustizie nei sistemi alimentari globali che lasciano un miliardo di persone affamate, creare shock dei prezzi alimentari che destabilizzano le comunità in tutto il mondo, e minare la creazione di Dio. “Alla Tavola di Dio – si legge nel sito dell’EAD – tutti sono invitati e nutriti, e il più povero in mezzo a noi viene dato un posto speciale. Insieme cercheremo l’abbondanza di cibo e l’uguaglianza tra gli uomini che troviamo riflessa nel l’immagine biblica della tabella grande banchetto di Dio (Esodo 16,16-18 e Luca 14,12-24).
Migliorare l’alimentazione nel mondo, porre fine al dramma della fame e della denutrizione, ma soprattutto aumentare la forza della voce dei cristiani su questi temi sono tra gli obiettivi dell’incontro che si concluderà l’8 aprile. Sotteso alla riflessione un interrogativo: se la tavola di Dio era apparecchiata per tutti, cosa è andato storto in duemila anni di cristianesimo per giungere ad un tale squilibrio? E’ ora che anche in Italia cominciamo a pensarci un po’ di più.