L’agricoltura italiana vive una condizione di crisi che mette alla prova tutti gli strumenti: politici, organizzativi e finanziari fino ad ora utilizzati, a tutti i livelli per sostenerne lo sviluppo economico e sociale.
Una crisi che con la pandemia del corona virus si è ulteriormente aggravata, dimostrando chiaramente il fallimento del modello di sviluppo fino ad oggi perseguito.
I problemi che vivono gli agricoltori sono tanti.
Primo fra tutti quello dell’insufficienza del reddito ricavato dall’attività, dovuta ad un meccanismo assurdo che sta alla base della formazione dei prezzi agricoli caratterizzato da un uso distorto delle regole di mercato. Per determinare un corretto ed efficiente funzionamento del mercato, sia in termini di offerta ai consumatori di beni migliori a prezzi sostenibili, sia di ripartizione in maniera più equa dei profitti dell’intera filiera tra coloro che vi operano all’interno, occorre un nuovo quadro di regole e norme adeguate.
Un secondo grave problema è quello della concorrenza sleale con prodotti di provenienza estera che arrivano sui nostri mercati a prezzi bassi, tali che se praticati dagli agricoltori italiani non coprirebbero neanche i costi di produzione. Si tratta di prodotti di bassa qualità dei quali non è garantita la sicurezza e la salubrità alimentare, per assenza di regole nei paesi di provenienza. Eppure arrivano indisturbati nei nostri porti riuscendo a sbarcare, grazie ad un debolissimo sistema di controllo.
Prezzi volatili e insufficienti, concorrenza sleale, hanno generato una crisi finanziaria e un forte indebitamento delle aziende agricole che oggi richiedono una profonda riforma degli strumenti del credito e concrete politiche e norme che possano determinare la necessaria ristrutturazione finanziaria delle stesse aziende agricole.
La crisi che stiamo vivendo torna a dare valore ai territori. E’ il m omento di intensificare ogni forma di promozione dei prodotti locali con campagne mirate a stimolare la sensibilità e la conoscenza dei consumatori.
Per raggiungere questi obbiettivi, vanno ripensate le politiche e le scelte che stanno alla base del prossimo Piano di Sviluppo Rurale e di tutte le misure relative ai nuovi investimenti in agricoltura.
Si ripropongono, in maniera forte, i temi della multifunzionalità dell’agricoltura, della qualità, a partire dalla pratica dell’agricoltura biologica.
Mai come in questo momento le attività connesse all’agricoltura: agriturismo, fattorie sociali, fattorie didattiche possono offrire una risposta alle esigenze di tutti i cittadini. E, nello stesso tempo, fare uscire dall’isolamento le aziende agricole, determinando un nuovo rapporto tra agricoltura e società.
Il comparto biologico deve evolversi ulteriormente verso la commercializzazione dei prodotti certificati superando la logica comunitaria attuale che ha impostato le misure di sostegno solo al fine di ridurre l’uso della chimica. Quindi una funzione ambientale sganciata dalla produzione.
I temi dell’agricoltura devono avere la giusta considerazione nell’ambito dei tavoli delle filiere agroalimentari istituiti presso il MIPAF e nelle regioni.
A questi tavoli, Liberi Agricoltori intende partecipare sviluppando preliminarmente il confronto con gli agricoltori e le agricoltrici per essere portatrice delle loro vere esigenze e istanze, lasciando sempre aperta la porta della mobilitazione, quando si rende necessaria per determinare la giusta attenzione delle autorità preposte sui problemi concreti da risolvere.
Web radio-tv IAFUE’, di Altragricoltura, per Liberiagricoltori sarà uno degli strumenti principali, attraverso i quali realizzare un forte coinvolgimento degli agricoltori e delle agricoltrici italiane proprio per raccogliere le esigenze e portarle in discussione ai tavoli senza filtri di alcun genere.
A tal fine, Prossimamente, terremo dei forum per singola filiera produttiva, per cui, ringraziamo fin da adesso IAFUE’ per lo spazio che ci concederà nell’ambito della sua programmazione.
GIUSEPPE MANGONE