Il 13 luglio scorso è stato approvato dalla Camera il decreto per la promozione di interventi di ripristino, recupero e salvaguardia degli agrumeti caratteristici.Una legge che mira alla salvaguardia ed alla valorizzazione di una delle coltivazioni che più di tutte evocano e caratterizzano il Made in Italy agroalimentare e turistico: ‘gli agrumeti caratteristici’, ossia quelli che hanno particolare pregio varietale paesaggistico, storico e ambientale, situati in aree vocate alla coltivazione di specie agrumicole, dove le caratteristiche climatiche e ambientali siano capaci di conferire al prodotto specifiche caratteristiche.
Saranno quindi, oggetto d’intervento tipicità quali: i limoni di Sorrento, di Capri, Ischia e Procida, gli agrumi della costiera amalfitana ma anche quelli delle altre fasce costiere italiane, dal Gargano alla Sicilia, per i quali sarà possibile consentire il recupero di una tradizione agricola che rappresenta un importante elemento di tutela ambientale soprattutto dal punto di vista di prevenzione del dissesto idrogeologico, in un Paese ad altissimo rischio, e di valorizzazione di numerose importanti location nazionali.
Le produzioni agrumicole italiane
Le superfici dedicate alle arance coprono quasi il 60% del totale agrumi seguite da clementine (19%) e limoni (17%).
Le regioni più rappresentative per quota di produzione sono la Sicilia, con oltre 85mila ettari investiti, la Calabria con 37mila ettari e la Puglia con circa diecimila ettari: queste tre regioni insieme riuniscono oltre il 90% delle aree coltivate ad agrumi sul territorio nazionale.
Secondo le ultime rilevazioni Ismea, le varietà di arance più diffuse sul territorio italiano sono il Tarocco Comune che detiene il 42,5% delle superfici totali; la Navelina (18,2%), il Tarocco Gallo (10,4%), il Moro (9,3%), il Sanguinello (5,1%), il Tarocco nocellare (4,5%) e il Washington Navel (2,6%).
Il Fondo. Il decreto ministeriale, infine, prevede l’istituzione di un apposito Fondo che per il 2017 avrà una dotazione di 3 milioni di euro. L’assegnazione dei contributi che dovrà dare priorità alle tecniche di allevamento tradizionale e all’agricoltura integrata e biologica, prevede il coinvolgimento delle regioni, che dovranno stabilire l’ammontare delle risorse da destinare agli interventi di recupero e di ripristino, le modalità e i tempi per la presentazione delle domande, la selezione dei progetti e la formazione delle graduatorie.
“L’approvazione di questo provvedimento – ha commentato il ministro Maurizio Martina – è molto importante per questo settore perché consentirà di sostenere e salvaguardare i territori a particolare vocazione agrumicola del nostro Paese che negli ultimi anni hanno dovuto attraversare una fase complicata.”