Pubblicato su Piacenza sera (leggi articolo originale)
Anche le campagne piacentine non sono state risparmiate dal gennaio piovoso al quale abbiamo assistito, aggravato poi dalle piogge cadute in queste prime settimane di febbraio che hanno provocato ingenti danni in altre provincie. Nel solo mese di gennaio, fa sapere il Consorzio di Bonifica di Piacenza, sono infatti caduti circa 207 mm di pioggia alla diga di Mignano e 153,5 mm alla diga del Molato. Po e Nure si gonfiano ma la situazione è sottocontrollo e costantemente monitorata da parte dei tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza che per ora hanno attivato un’unica pompa, sulle cinque dell’impianto idrovoro dell’Armalunga, che solleva 2.5 metri cubi d’acqua al secondo dai canali al Nure.
I campi sono tuttavia fradici ed incapaci di assorbire l’acqua in eccesso e drenarla, le preoccupazioni maggiori vanno in particolare alle coltivazioni di frumento che si trovano, in questo periodo, in una delicata fase di sviluppo e potrebbero essere compromesse se la situazione non dovesse migliorare. Per quanto riguarda le piante da frutto, già avanti nella maturazione, hanno già il bottone fiorale esposto a causa delle temperature miti inconsuete: va da se che alla prima gelata, si rischia di perdere il prodotto. Gravi problemi poi per le orticole, data l’impossibilità di procedere alla raccolta a causa del fango, che corrono dunque il rischio di marcire, ma anche per la semina che continua ad essere rimandata.
“Siamo in allerta, afferma Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, ma al momento la situazione è stabile e i nostri impianti sono in grado di mantenere la sicurezza idraulica. Terremo monitorata la situazione e se necessario, attiveremo altre pompe. E’ in situazioni come questa, che le attività di cura e manutenzione del territorio svolte dal Consorzio di Bonifica, si rendono più evidenti. Gli oltre 2000 km di canali e gli impianti idrovori permettono in caso di emergenze lo scolo dell’acqua piovana e il suo veloce allontanamento, scongiurando quindi il rischio di allagamenti nei campi, dovuti ad esondazioni.”
“Inoltre, sul lavoro di prevenzione del dissesto idrogeologico, piaga che caratterizza il nostro territorio, commenta il direttore Coldiretti Piacenza, Massimo Albano, gravano questi cambiamenti climatici, dei quali abbiamo avuto prova tangibile nei primi mesi dell’anno caratterizzati da abbondanti piogge e temperature miti. Certo è che un modello di sviluppo anomalo, caratterizzato da un’urbanizzazione selvaggia che comporta un aumento dell’impermeabilizzazione dei suoli, non contribuisce a migliorare la situazione. Basti pensare che ogni giorno vengono sottratti all’agricoltura 288 ettari, quasi 400 campi da calcio.”