fonte: La Stampa.it (vedi articolo originale)
La fame non più solo come problema nazionale, ma a livello individuale. Sarà presto testato dalla FAO in diversi paesi pilota, un modo nuovo, più veloce e più preciso, di misurare la fame e l’insicurezza alimentare nel mondo. Per la prima volta l’organizzazione si assume la responsabilità della raccolta dei dati. Tra le novità, inoltre, il fatto che i risultati dei sondaggi saranno disponibili dopo pochi giorni piuttosto che in anni. Contemporaneamente la FAO assisterà i paesi nell’includere questa scala di valutazione nei loro progetti e programmi di rilevamento per assicurare la sostenibilità futura.
Il nuovo approccio si basa sulla raccolta d’informazioni sulle dimensioni e la gravità della fame dalle stesse popolazioni che soffrono d’insicurezza alimentare, mediante un sondaggio annuale attentamente concepito da condurre in collaborazione con la Gallup.
Entro aprile il progetto, denominato “The Voices of the hungry” verrà finalizzato in collaborazione con i maggiori esperti del settore e sperimentato su una base pilota in quattro paesi: Angola, Etiopia, Malawi e Niger. Questi paesi hanno concordato di lavorare alla completa eliminazione della fame, in linea con la sfida lanciata dal Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon Fame Zero. Il programma prevede di estendere l’inchiesta sul campo a più di 160.000 intervistati nei 150 paesi coperti dalla Gallup e di pubblicare ogni anno i risultati aggiornati di ciascun paese. Il progetto durerà cinque anni e porterà alla creazione di un nuovo standard per il monitoraggio della sicurezza alimentare certificato dalla FAO, che potrebbe poi essere facilmente adottato per altre inchieste sui nuclei familiari poveri. “Questo metodo innovativo sarà uno strumento fondamentale per i governi, per la società civile e per altre organizzazioni nazionali e internazionali nella lotta contro la fame -dice Jomo Sundaram, Vice Direttore Generale della FAO per il Dipartimento Sviluppo Economico e Sociale- Sarà anche molto importante per incrementare l’assunzione di responsabilità dei governi e incoraggiarli ad impegnarsi per l’eliminazione della fame”.
Nonostante i recenti miglioramenti, la metodologia usata dalla FAO attualmente non è in grado di fornire un quadro onnicomprensivo delle molte dimensioni della fame. Al momento la FAO è in grado di monitorare con accuratezza la disponibilità di cibo a livello nazionale, in particolare in termini di potenziale assunzione energetica, laddove questo nuovo indicatore misurerà anche l’accesso al cibo a livello individuale, fornendo un’immagine più chiara dell’esperienza personale con l’insicurezza alimentare.
Per il progetto, a livello nazionale saranno scelti campioni da 1.000 a 5.000 persone, a seconda della grandezza del paese, per rispondere alle otto domande individuate per indicare se e in che misura gli intervistati hanno sofferto d’insicurezza alimentare nei 12 mesi precedenti. Le domande sono poste in modo da riuscire a stabilire la posizione dell’intervistato su una scala di esperienza d’insicurezza alimentare, da leggera a moderata a grave insicurezza alimentare. Questionari simili e scale per determinare l’insicurezza alimentare sono stati usati dal Governo statunitense per identificare i beneficiari di buoni pasto, e dal Brasile nell’individuare il suo programma di welfare sociale per la Bolsa familia.
“E’ un’avvincente nuova iniziativa per la FAO perché ci metterà in grado di capire meglio la severità dell’insicurezza alimentare in modo tempestivo ed efficiente in termini di costi -dice Carlo Cafiero, lo statistico della FAO responsabile del progetto- Doterà inoltre la FAO di uno strumento economico e coerente dal punto di vista metodologico per riuscire a monitorare la fame in tutto il mondo”.