Maurizio Grosso ed Ernesto Abate, due dei promotori della LILCA (La Lega Italiana Lavoratori del Campo e dell’Agroalimentare (la Rete promossa questa estate all’interno della Alleanza per la Sovranità Alimentare) sono intervenuti oggi a Rafio Iafue PerlaTera durante la rubrica “La Cassetta degli Attrezzi”. Grosso e Abate sono due dirigenti del Sifus Confali (un sindacato di lavoratori agrioli pubblici e privati particolarmente attivo in Sicilia ma che si sta estendendo in tuute le regioni italiane) hanno sottolineato l’aggravamento della condizione dei braccianti pubblici e privati durane la fase della pandemia da Covid.
Sono più di 900.000 i lavoratori bracciantili in Italia e Maurizio Grosso sottolinea che proprio per loro «il Governo Conte non sta facendo assolutamente nulla per la tutela del loro lavoro, nonostante abbiano perso involontariamente il 25-30% delle giornate lavorative».
Con una conferenza stampa, il SIFUS ha presentato un pacchetto di proposte inviate nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Politiche Agricole Bellanova per dare risposte immediate anche ai braccianti durante l’emergenza; fra l’altro un bonus per «compensare le perdite di questo periodo e riconfermare le giornate lavorative, sia dal punto di vista previdenziale, che assistenziale. Sarà necessario nel 2021 far percepire ai lavoratori agricoli le stesse somme in termini di indennità e disoccupazione agricola, in modo da recuperare il rendimento delle giornate lavorative perse».
Con l’ultimo Decreto Ristori, ha lamentato Grosso, il Governo Conte ha dimostrato di non tenere minimamente in considerazione la tutela del mondo agricolo. Quello che emerge è una brutale esclusione dei braccianti dall’indennità di mille euro, riconosciuta invece a molte altre categorie. Tutti hanno glorificato le possibilità dell’agricoltura in un momento così difficile, mettendo in evidenza come rappresenta un settore primario, ma l’ultima ruota del carro, i braccianti agricoli, vengono continuamente dimenticati e isolati, soprattutto a causa delle grandi difficoltà trovate nell’organizzazione e nella sindacalizzazione.
Grosso: «Per queste ragioni lavoriamo alla costruzione quotidiana della LILCA, per allargare la capacità di rappresentanza nel territorio nazionale dei braccianti agricoli e coinvolgere quanti più soggetti possibili».
La costruzione di una rete di relazioni tra le diverse categorie dei braccianti agricoli, del privato ma anche i lavoratori forestali e quelli dei consorzi di bonifica, è dunque un obiettivo strategico per rafforzare il percorso dell’Alleanza sociale per la sovranità Alimentare e utile se saprà «tenerle insieme in modo da affrontare tutte le inefficienze e i limiti del mondo agroalimentare che scarica sui lavoratori i prezzi della crisi».
Il ruolo dei forestali e degli addetti ai consorzi di bonifica è fondamentale proprio per la tutela e il governo del territorio che tutti invocano e per cui l’agricoltura e l’intervento dell’uomo possono essere strumenti preziosi per fermare il cambiamento climatico.
E’ con queste premesse che Grosso e Abate hanno sottolineato l’importanza del Forum sul Lavoro Dipendente in Agricoltura che si terrà lunedi sera 7 novembre 2020 dalle ore 18.45 in preparazione della Assemblea del 10 dicembre per lanciare la campagna sull’Agroalimentare dei Diritti.
Sarà una importante occasione per discutere delle proposte con cui i braccianti e i lavoratori dell’Agroalimentare si confronteranno con gli altri settori con l’obiettivo di rimettere al centro il valore del lavoro e la sua tutela come paradigma su cui uscire dalla crisi e rilanciare quell’agroalimentare dei diritti che è a fondamento della proposta della Sovranità Alimentare