tratto da l’Huffingtonpost
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Affarone Covid per gli usurai
Il Viminale registra a marzo un crollo del 66% dei delitti. In controtendenza i reati di usura (+9%). Guardia alta su riciclaggio e infiltrazioni mafiose nelle imprese
C’è un solo reato in aumento in Italia, a fronte di una riduzione dei delitti in generale, ma è la spia di quanto siano incrementate le difficoltà economiche di persone e imprese. Si tratta dell’usura, che a marzo ha registrato un +9,1%. Secondo i dati diffusi dal Viminale, dall′1 al 31 marzo si registra una netta diminuzione dei delitti in Italia (-66,6%): 203.723 sono stati commessi nel 2019, 68.069 nel 2020. In particolare, si registra un calo inferiore, rispetto al trend generale dei reati, dei maltrattamenti in famiglia (-37,4%) e delle rapine nelle farmacie (-28,2%).
In controtendenza l’usura. Proprio oggi il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, in audizione alla Camera aveva spiegato: “Il rischio dei prestiti a usura c’è, l’ho sottolineato tantissime volte, la criminalità mafiosa ha un patrimonio straordinario. Sul traffico degli stupefacenti incamera 30 miliardi di euro l’anno. Il suo problema non è tanto la liquidità, ma il reinvestimento e la canalizzazione delle proprie ricchezze che offrono con forme persuasive più diverse raccogliendo il consenso degli imprenditori più in difficoltà. In questo momento le imprese più in difficoltà sono le più esposte”. E ancora: “Certamente il settore turistico, così come quello della ristorazione, è un ambito preferito dalle mafie per investire i loro denari”.
Dal Viminale arriva l’allarme sulle possibili infiltrazioni delle mafie durante la ripresa. Il contesto economico-finanziario che si prefigura nella fase della ripresa “espone l’intero circuito produttivo e commerciale al rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata”, si sottolinea dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dalla ministra Luciana Lamorgese.
E ancora: “Anche tenuto conto che la crisi in atto ha già prodotto un forte deficit di liquidità per le aziende e le famiglie e che è stato attivato un flusso di ingenti finanziamenti pubblici sia nazionali sia comunitari, diretti alle imprese, questo scenario può favorire dinamiche corruttive e rapporti illeciti tra imprenditori, funzionari pubblici e organizzazioni criminali”.
Per prevenire i rischio il Viminale ha attuato una serie di interventi, a partire dalla direttiva del 10 aprile ai prefetti per sollecitare la massima attenzione sui rischi di inquinamento della economia legale connessi al contesto dell’emergenza sanitaria e della crisi economica.