tratto da Italiafruit (leggi articolo originale)
I produttori di nocciole bio di Italia, Turchia e Georgia lanciano la sfida al Gruppo Ferrero. A margine del convegno “Incontro internazionale sulla filiera della nocciola. Dalla produzione locale al mercato globale”, tenutosi martedì a Nepi (Viterbo), il Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre – area che rappresenta 13 comuni del Viterbese (Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello, Calcata, Vignanello, Vallerano e Canepina) – ha infatti siglato una collaborazione internazionale con Cifti Sen (Confederazione delle Unioni degli agricoltori di piccola scala – Turchia), Findik-Sen (Unione dei produttori di nocciole – Turchia) ed Elkana (Biological farming association – Georgia) per promuovere un nuovo modello di corilicoltura basato sui diritti degli agricoltori, sulla sovranità alimentare e sull’agroecologia.
“La nostra alleanza – dice Famiano Crucianelli, presidente del Bio-distretto – nasce per fronteggiare la politica di sviluppo globale della Ferrero che, attraverso la logica del contract farming, sta moltiplicando le nuove piantagioni in territori non vocati alla corilicoltura, talvolta in zone pianeggianti vicine al mare, determinando un incremento del consumo di risorse idriche e degli impeghi di prodotti fitosanitari. Di questo passo, il mercato della nocciola rischia di subire un serio crollo dei prezzi nei prossimi anni”.
In seguito all’incontro, una quarantina di produttori di nocciole italiani, turchi e georgiani si sono spostati a Roma, davanti alla sede di Federalimentare (Confeuro) per organizzare una manifestazione di protesta.
“Il nostro obiettivo – conclude Crucianelli – è avviare un tavolo di discussione con il Gruppo Ferrero, in modo da approfondire anche il nuovo Progetto Nocciola Italia. I vari territori del nostro Paese non dovrebbero essere trattati come miniere a cielo aperto, seguendo una logica estrattiva: a questo proposito, chiediamo alla Ferrero la possibilità di sviluppare localmente le industrie di trasformazione”.