tratto da Il Caleidoscopio (leggi articolo originale)
“Gli agricoltori sono disperati: io avanzo dall’Agea circa 50mila euro, ma c’è chi sta peggio”. A parlare è Mimmo Viscanti, presidente del “Movimento Riscatto” ed imprenditore agricolo della provincia di Matera, con terreni tra Grottole e la collina Materana: 120 ettari, dei quali poco più della metà coltivati a grano.
Viscanti, che è anche contoterzista, ha ricordato che “girando tra i numerosi agricoltori del Movimento si comprende bene come questa storia dei crediti Agea sia un grandissimo problema”. Anche perché, ha aggiunto il presidente di Riscatto, “se consideriamo che il prezzo del grano è sceso a 20 euro al quintale, ne deriva che l’agricoltore, che spende circa 33 euro al quintale per produrlo, parta già con un handicap di -15 euro. Con il grano venduto a 20 euro praticamente già a dicembre, per noi è impossibile ottenere un ricavo: anzi, a malapena riusciamo ad azzerare le spese e a riseminare i nostri terreni”. Insomma, quei contributi che dovrebbero arrivare dall’Agea sono vitali. “Nel mio caso – ha spiegato Viscanti – ci sono due fascicoli ancora non saldati, entrambi riferibili alla stessa azienda. Uno riguarda la Pac di quest’anno, l’altro il biologico 2016-17, per una somma che si aggira sui 40-50mila euro. I soldi dell’Agea servono, in pratica, per dare da mangiare al resto della famiglia, almeno nel mio caso. Per chi, invece, si è avventurato nell’acquisto di macchinari o ha acceso un mutuo per l’acquisto di terreni, la situazione è ben diversa: difficilmente, infatti, potrà onorare questi debiti senza la corresponsione di quei contributi”.
Ma a quanto ammonta, nel complesso, il credito degli agricoltori lucani? “Francamente non sono io a dover dare queste cifre: posso solo parlare per me”. Una cosa è certa per Viscanti: “I soldi non girano: posso dirlo per esperienza personale, anche come contoterzista, e pure da presidente del Movimento Riscatto”. Sbloccare l’accreditamento dei fondi, dunque, sarebbe di vitale importanza, ma anche riformare quell’autentico carrozzone che è l’Agea. “Assolutamente sì: noi, come Riscatto, insieme a Liberiagricoltori, abbiamo manifestato a Roma per denunciare questa situazione. Lo abbiamo fatto soprattutto perché le altre associazioni non si sono mosse”. Come mai? “Non sappiamo perché”. Detto questo, però, Viscanti ha anche citato la situazione disperata in cui verserebbero alcuni allevatori a cavallo tra Puglia e Basilicata. “In quel caso siamo addirittura al baratto: per pagare la riparazione di un trattore, in alcuni casi si paga con mezzo maiale, oppure in cambio del pane si consegnano 10 uova perché soldi non ce ne sono più. Notizie, queste, che abbiamo appreso nel corso di un incontro tenuto a Santeramo”. Come dire che non siamo ancora a questo tipo di situazione nella nostra regione, ma la condizione del comparto resta molto preoccupante.
“In generale – ha concluso Viscanti – la situazione degli allevatori in Basilicata è decisamente peggiore perché, a parte i problemi economici, devono far fronte agli attacchi dei lupi nell’entroterra e a quelli dei cinghiali dappertutto. Siamo davvero all’esasperazione. Sa qual è il mio primo atto ogni mattino? Chiedo al sindacato se sono arrivati bonifici dall’Agea”. Un chiodo fisso, dunque, ma pienamente comprensibile.
Piero Miolla