tratto da IteNovas (leggi articolo originale)
Un seme pregiato che adesso, dopo un bando di concorso, è stato dato in esclusiva ad una società bolognese. Cerchiamo di capire quello che è successo. Il grano Cappelli è una tipologia di frumento molto particolare. È nata dal genio di Nazareno Strampelli nel 1915 e fu dedicata al senatore del Regno d’Italia Raffaele Cappelli. Questo senatore aveva dato il via d una trasformazione agraria radicale in Puglia.
Poi negli anni, il cosiddetto grano Cappelli è caduto in disuso, sparito dal mercato e dai campi. Un agricoltore sardo, Santino Accalai, decise di ricominciare a coltivarlo fino a farlo diventare il grano migliore di tutta la filiera tricolore.
Per tutelare il grano Cappelli e per garantirne la coltivazione a lungo, è stato realizzato un Consorzio sardo che oggi è presieduto da Laura Accalai, figlia di Santino. Il problema è oggi la società semenziera bolognese Sis, si è aggiudicata un bando per l’uso esclusivo del seme che dà vita al grano Cappelli. Il Consorzio, ovviamente, è insorto, minacciando una vera e propria battaglia del grano che finirà per coinvolgere il Parlamento.
Per capire l’importanza di questa battaglia bisognerebbe specificare che oggi il grano Cappelli copre l’80% del mercato biologico. Ora, dopo l’interpellanza alla Camera di Mauro Pili, sarà l’assessore all’agricoltura Pier Luigi Caria a portare avanti le rivendicazioni del Consorzio. Ecco le parole di Caria: “Si tratta di una battaglia che non ha colori e dove coinvolgeremo la Commissione in Consiglio regionale, l’Aula e i parlamentari sardi – ha detto Caria – La prossima settimana contatterò il ministero delle Politiche agricole per chiedere chiarimenti sull’assegnazione dei nuovi diritti di esclusiva per la commercializzazione e l’uso delle sementi del grano. Chiederemo inoltre al Mipaaf di valutare tutte le azioni possibili per difendere un marchio di qualità e un know how professionale che non va assolutamente disperso – ha precisato Caria -. Con franchezza ci troviamo di fronte a una sfida non facile, dove non lasceremo, tuttavia, niente di intentato anche attraverso una consulenza da seguire attraverso gli uffici legali della Regione.”