Com. stampa
Secretiamo? Noi No: raccontiamo.
Inizia con questa frase, tratta dal verbale di un’audizione, quindi un atto pubblico, svoltasi a Roma dalla Commissione Antimafia, presieduta da Rosi Bindi, alla procuratrice della Repubblica, Dott.ssa Celestina Gravina, il giugno scorso, la conferenza stampa indetta da movimenti, associazioni e organizzazioni di territorio tenuta in un luogo simbolo della lotta alla criminalità, la chiesa di Sant’Agnese a Matera.
La conferenza stampa iniziata intorno alle ore 11 ca. è stata introdotta da Gianni Fabbris che ha presentato in anteprima il “libro bianco”, un istant book, che riunirà atti e documenti relativi alla vicenda che ha portato 14 agricoltori del Metapontino e lo stesso Gianni Fabbris ad essere accusati dalla Procuratrice della Repubblica di Matera di estorsione e rapina, per aver svolto attività sindacale e mentre denunciavano il rischio che il racket e l’usura pervadessero irrimediabilmente la società lucana.
Il libro che sarà presentato il 20 dicembre p.v. alla Camera dei Deputati e avrà diffusione nazionale, verrà diviso in 4 sezioni e sarà costituito essenzialmente da documenti, la cui analisi oggettiva dei dati permetterà al lettore di trarre le opportune considerazioni senza
intermediazione alcuna sulla vicenda.
La prima parte del libro è il report di un incontro con il Prefetto di Matera sull’Ordine e la Sicurezza, a cui parteciparono istituzioni, forze dell’ordine, associazioni di categoria; in quell’incontro fu immediatamente chiara la sottovalutazione di tanta parte delle istituzioni (compresa la Prefettura) sui rischi di tenuta sociale e per la sicurezza in un Metapontino che Altragricoltura denunciava essere sotto la pressione dei trust commerciali, dell’usura, delle cordate della speculazione sulle aste e del racket. Fu, nei fatti, l’inizio (o almeno il venire a galla) di uno scontro fra una parte della società lucana e quanti fra le istituzioni si preoccupavano solo di accreditare l’idea di un modello lucano in cui tutto funziona bene.
Tra gli altri documenti presenti nel libro c’è il racconto dell’audizione che una settimana dopo la Commissione Antimafia tenne presso la Prefettura di Matera in cui Altragricoltura e Libera denunciarono la situazione delicata in cui versava l’ordine pubblico; audizione in cui, se pur convocata, la Procuratrice della Repubblica di Matera pensò bene di non presentarsi.
Evidentemente la Dott.ssa Gravina non potrਠnon andare all’audizione a Roma qualche mese dopo presso la Commissione Antimafia in cui le fu chiesto dalla Presidente di ‘Non essere reticente’ e di spiegare perchè, in chiaro contrasto con i suoi colleghi di altre procure, continuasse a considerare decine e decine di incendi di aziende agricole come ‘corto circuiti e fuocherelli’ e quanti dei responsabili di questi ‘fuocherelli’ avesse perseguito e arrestato. Da questo verbale, anch’esso pubblicato nel libro bianco, appare chiaro come la Dott.ssa Gravina si era premunita, a sua discolpa, di portare gli articoli di stampa in cui Fabbris la criticava e le chiedeva di fare indagini a tutela dei cittadini e degli agricoltori contro il racket e l’usura.
Come a dire: eccoli i responsabili che turbano l’ordine pubblico e la sicurezza in Basilicata.
Il quarto documento è il resoconto di una lunga assemblea tenuta nel Metapontino all’indomani della pubblicazione del verbale nel sito della commissione antimafia in cui lo stesso Fabbris avvertì che stava per arrivare contro il movimento una azione tesa a screditare i suoi dirigenti, a metterli in cattiva luce per poter far arretrare la capacità della società lucana di rivendicare dignità, rispetto e garanzie di trasparenza democratica nella gestione della giustizia.
Riunione profetica se è vero che circa quaranta giorni dopo la Procura della Repubblica di Matera chiede l’arresto per Fabbris e denuncia insieme a lui altri 14 fra dirigenti sindacali, agricoltori e cittadini impegnati nell’azione sindacale di difesa degli interessi di un’azienda agricola venduta all’asta.
Nella seconda parte del libro è stato ricostruito il contesto lucano in cui opera la Procuratrice della Repubblica di Matera, ponendo all’attenzione alcuni casi studio come la vicenda di di alcune aziende agricole che hanno denunciato gli usurai e per cui la Procura della Repubblica non ha inteso procedere nelle indagini ma, anche, i casi dei fascicoli ‘dormienti’ presso la Procura di cui hanno chiesto conto l’On.le Felice Casson e altri 12 parlamentari o il giudizio espresso dalla stessa Procuratrice della Repubblica di Matera sulle indagine che avevano permesso negli anni precedenti di appurare traffici di materiale radioattivo intorno all’ENEA della Trisaia da lei considerate come ‘Chiacchiere da comari’.
Se questi documenti sono la prima parte del libro bianco su quello che accade alla Procura della Repubblica di Matera, le altre due sezioni proseguono con la pubblicazione di un convegno tenuto tre mesi dopo da Libera, Altragricoltura, Fondazione Monsignor Cavalla, Comitato Antiracket e altri con la partecipazione di diverse istituzioni e parlamentari e la documentazione di come, in altre realtà, le denunce di Altragricoltura e la sua attività abbiano, invece, portato risultati importanti e incontrato l’interesse di altre Procure ed altri Magistrati che, evidentemente, non considerano le denunce come atti sovversivi.
‘Noi non ce l’abbiamo con la magistratura che è costituita da tanti magistrati e operatori di giustizia che fanno fino in fondo il proprio lavoro’ ha detto Fabbris,’ma, ora che è iniziato finalmente il processo ci chiediamo come valuteranno i magistrati giudicanti il fatto che il Procuratore della Repubblica abbia denunciato per rapina 15 persone quando non c’è¨ niente da rubare (fino a prova contraria il Codice Penale dispone che la rapina è applicabile solo a beni mobili e non certo ai terreni). Se quello del processo è un piano per cui Altragricoltura non solo non ha nulla da temere ma, anzi, avrà fino in fondo modo di svelare con ogni evidenza la strumentalità delle accuse, vi è poi un piano democratico, sociale e politico, come ha messo bene in evidenza l’interrogazione parlamentare presentata ieri dall’On. Placido che chiede al Consiglio Superiore della Magistratura di esprimersi sul
mantenimento alla Procura di Matera di questo procuratore della Repubblica e di inviare degli ispettori per accertare quello che accade’.
‘Noi non siamo nè buoni, nè cattivi’ conclude Fabbris ‘ma siamo solo animati da spirito di giustizia e, senza farci intimidire ma semplicemente facendo il lavoro di sindacalisti cui siamo dedicati, continueremo fino a quando, alla luce dei fatti, la Procuratrice Gravina non verrà rimossa dal suo incarico come, del resto, chiedono i suoi colleghi del consiglio giudiziario di Potenza che (con 7 voti su 8) si sono già espressi perchè non le venga rinnovato l’incarico. Cosa aspetta il CSM per fare chiarezza?’.
Con la conferenza stampa di oggi inizia un percorso, ha annunciato Altragricoltura, che apre una campagna nazionale che si fermerà solo quando sarà patrimonio generale dei cittadini italiani la conoscenza di quello che sta accadendo al tribunale di Matera e nelle sue campagne.