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La crisi del 2008 continua a ripercuotersi sulla economia nazionale, che, nel periodo 2007-2012, ha visto il PIL reale perdere il 6,9% del proprio valore, con un tasso medio annuo di decrescita pari all’1,4%. Il settore agricolo, nei primi anni, nel suo complesso sembra aver reagito meglio alla recessione in atto. La produzione del settore agricolo ai prezzi di base e in valore reale è cresciuta nel 2008, si è ridotta ma in misura molto contenuta nei due anni successivi ed è rimasta stabile nel 2011. Pur con le dovute differenze, anche gli andamenti dei consumi intermedi e del valore aggiunto del settore, hanno manifestato la stessa tendenza della produzione a limitare gli effetti della crisi, fino al 2011. E’ solo nel 2012 che gli effetti recessivi della crisi colpiscono il settore agricolo nella loro pienezza: produzione, valore aggiunto, consumi intermedi, consumi finali delle famiglie (ovviamente alimentari) diminuiscono sensibilmente. Dati alla mano, in termini reali, i risultati sono preoccupanti per la caduta sia della produzione (-3,3%), sia, soprattutto, del valore aggiunto, la cui flessione in questo anno (-4,4%) è quasi il doppio di quella, pur molto negativa, verificata per il PIL (-2,4%). Per quanto riguarda il PIL, il 33% della sua riduzione dal 2007 è stata determinata da quanto avvenuto nel 2012. Al contrario, per il settore agricolo, il 2012 è responsabile del 68% della contrazione complessiva della produzione, del 49% della contrazione dei consumi intermedi e del 79% della flessione del valore aggiunto.