Da alcuni giorni è terminata la decima edizione di Terra Futura che si è svolta a Firenze tra il 17 e il 19 maggio del 2013.Una mostra convegno internazionale per unire teoria e pratica.
Da una parte una riflessione sulle grandi sfide che dobbiamo affrontare dall’altra le buone pratiche di chi sperimenta soluzioni concrete.
Altragricoltura, dopo averla lanciata 10 anni fa, ci ritorna con una grande speranza: quella di condividere e socializzare il dramma che si vive nelle campagne che sta dentro una crisi più ampia che è non solo finanziaria ma anche economica, sociale, ambientale, di democrazia, provando a concretizzare percorsi, definire strategie e riflettendo a più livelli, favorendo il dialogo tra diversi attori che compongono la società civile.
Come ha sottolineato Ugo Biggeri, Presidente di Banca Popolare Etica, dieci anni fa anche noi dicevamo che percorsi differenti erano possibili, ora sottolineiamo che sono divenuti urgenti e necessari.
Comincia alle 4:30 del 17 maggio per alcuni di noi di Altragricoltura, l’esperienza di Terra Futura in una Firenze ancora sonnecchiante, avvolta nel torpore della notte che pian piano stiracchia le braccia per aprirsi ad un nuovo giorno che, per noi, sarebbe stato frenetico e ricco di sorprese.
Un cappuccino e un cornetto, un breve tour fra le strade del centro con il nostro bel pulmino e il nostro amico Gianni Fabbris che ci raccontava la sua esperienza giovanile fiorentina, le sue bravate e le sue lotte. Era come sfiorare con i nostri occhi febbrili le meraviglie che la città ci offriva, custode di storie millenarie, genti e racconti. Poco traffico a quell’ora, solo qualche ragazzo proveniente da una notte brava e qualche scolaresca arrivata lì come noi, sul far dell’alba.
Abbiamo dovuto aspettare le 8:00 perché la Fortezza da Basso, il luogo dove si sarebbe svolta tutta la manifestazione, ci spalancasse le porte. Pian piano quel luogo lo abbiamo visto crescere, diventare cuore pulsante e punto d’incontro tra cittadini di culture diverse, imprese, amministratori locali, esperti e curiosi di ogni sorta.
Inutile dirvi che il nostro interesse si è focalizzato da subito sui temi dell’agricoltura, della biodiversità, della sovranità alimentare e della natura.
Fra i tanti la “Campagna globale sulla libertà dei semi” lanciata da Vandana Shiva, scienziata e fondatrice Navdanya International. Al convegno hanno partecipato personalità del calibro di Fritz Dolder, esperto giuridico in materia di brevetti, Salvatore Ceccarelli, agronomo ed esperto di miglioramento genetico partecipativo, Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica, Marcello Buiatti, genetista ed esponenti della Regione Toscana, la prima regione ad aver sancito con legge la proprietà collettiva sulle varietà locali, tutelandole dai brevetti delle multinazionali.
La Campagna globale per la libertà dei semi a cui Altragricoltura ha dato la sua totale adesione, ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone, le comunità e le istituzioni sul grave rischio per il futuro della sicurezza alimentare dovuto, fra l’altro, alla tendenziale scomparsa dei semi locali. Quest’anno il gruppo di lavoro costituito da esperti a livello internazionale e che opera dietro la guida di Vandana Shiva e il coordinamento di Navdanya International, ha proseguito l’attività della Commissione Internazionale per il Futuro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura presentando quanto raggiunto.
Tra i risultati la realizzazione di un protocollo d’intesa con Banca Popolare Etica, che ha come obiettivo quello di consolidare alleanze per salvare i semi, la biodiversità, i diritti degli agricoltori di auto produrre e scambiare le sementi e puntare a sistemi agricoli basati sulla sovranità alimentare, in armonia con la natura. Gli esperti internazionali del gruppo di lavoro sulla “Legge del seme”, sotto la guida della Shiva hanno chiesto di rimettere al centro dei sistemi scientifici e giuridici delle norme sementiere, le leggi biologiche ed ecologiche della natura come la diversità e l’adattamento. Principi che vanno in netto contrasto con aziende, come la Monsanto, che hanno plasmato la legge globale sulle proprietà intellettuali e sui brevetti, perché hanno definito i semi come una loro creazione e invenzione, impedendo così agli agricoltori di auto produrre le sementi, in violazione del diritto pubblico dei beni comuni.
“La nostra legge del seme mira a cambiare il paradigma attuale – spiega Vandana Shiva. Esiste una normativa a livello europeo che impedisce agli agricoltori di usare i propri semi e infrange, quindi, la sovranità del seme. L’unico modo per proteggere gli agricoltori, i posti di lavoro e tutelare la diversità e il cibo è lottare per la sovranità delle sementi».
Una folla festosa e colorata costituita dai bambini delle scuole primarie toscane ha rallegrato il convegno perché tra le campagne promosse dalla scienziata vi è i “Giardini della speranza”, rivolta ai più piccoli. Testimonial dell’evento Serena Dandini. Vandana ha invitato i bambini a prendersi cura delle piante, a coltivarle, a partire dai semi, che devono diventare i “semi della democrazia”diventando custodi della biodiversità.
“Il seme è la biodiversità e quindi il futuro. Noi lavoriamo con i bambini perché la loro generazione non sia una generazione persa. E’ necessario lavorare con il cuore, con la mente con il corpo. La speranza c’è fino a quando avremo forza di lottare per la diversità”.
Numerosi sono stati i lavori che hanno animato questa tre giorni e tanti i temi affrontati come lotta alle mafie, legalità, condizione delle carceri, elementi di green economy, bioeconomia e cambiamenti climatici, finanza, economia, crisi delle istituzioni e crisi sociale, informazione, agricoltura, sovranità alimentare, natura, riciclo, responsabilità sociale e d’impresa, turismo sostenibile, commercio equo…
Interessante è stato assistere al convegno “Le città resilienti: dai piani alle azioni di adattamento per il cambiamento climatico” in cui le tematiche principali affrontate sono state quelle relative all’abbassamento delle emissioni di CO2 utili anche per creare nuovi posti di lavoro. Si è parlato di riqualificazione energetica degli edifici, una grande opportunità da accogliere per rigenerare le città. E’ emerso quanto fondamentale sia ristrutturare il panorama edile italiano con pannelli solari, isolanti termici, pompe di calore geotermiche e tutto ciò che può essere necessario non solo per ridurre l’inquinamento ma anche per dare una prospettiva di crescita e un nuovo ruolo al settore dell’edilizia che sta vivendo una crisi profonda.
Sono stati inoltre presentati dalla Regione Toscana alcuni progetti d’eccellenza come gli itinerari per i diversamente abili nel parco della Maremma, le visite alla riserva del Padule di Fucecchio, l’adeguamento sismico degli edifici scolastici a Poppi, Barberino del Mugello, Comano e Camporgiano, il sentiero degli scalpellini a Maiano sulla collina di Fiesole, l’adeguamento dell’orto botanico a Pisa, tutti finanziati al 90% dai fondi strutturali europei. Ma quello che ci ha stupiti è come questa regione sia stata la prima a realizzare una legge che tuteli la biodiversità.
E’ stata anche la volta dei seminari di informazione di Words World Web organizzata da Fondazione Sistema Toscana per la sezione Democrazia, Partecipazione e Informazione. Comunicazione, associazionismo, ecodesiger i temi degli incontri che si sono svolti al piano terra della palazzina Lorenese. Tra le affermazioni più interessati quella di Claudia Vigo, social media curator, “usare la rete come fonte d’informazione e gli utenti della rete come fonti filtrando, quello che le persone che sono nelle piazze, nelle città vedono e vivono per offrire un racconto sistematico di quello che succede in tempo reale.” Un’idea interessante che permette di fare informazione in modo nuovo, filtrando l’autenticità delle fonti di chi popola il web, partendo dal basso.
Tra le iniziative promosse a Terra Futura è stata anche la volta della lotta alle mafie. Un ricordo particolare è stato rivolto, a 20 anni dalla strage dei Georgofili di Firenze, a Gabriele Chelazzi e Pierluigi Vigna, due procuratori e due figure simbolo dell’antimafia. “L’Italia, ha sottolineato il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, deve gratitudine a questi due magistrati”.
Socializzare le banche che hanno ricevuto un aiuto dagli Stati, eliminare paradisi fiscali e puntare sulla finanza etica sono invece le proposte per superare la crisi dirompente che ci ha travolto lanciate nel seminario che ha visto la partecipazione dell’economista franco-americana Susan George, da sempre in prima fila per combattere le disuguaglianze causate dalla globalizzazione. “Le politiche di austerità e dei tagli che sono stati intrapresi in Europa rischiano di aumentare la povertà e non aiutano l’economia a riprendersi. Per questo bisogna salvare il welfare state”. Secondo l’economista i soldi ci sono ma le banche non danno prestiti alle medie e piccole imprese. Servono normative che sopprimano i paradisi fiscali e che incoraggino le banche socializzate.
“L’agricoltura può essere oggi un’importante alleata per affrontare le attuali sfide ambientali e sostenere lo sviluppo di un’economia green” è questo quanto emerso dalla terza giornata da tutte quelle realtà contadine italiane che negli ultimi quindici anni si sono unite per mobilitarsi contro la crisi delle campagne e che hanno provato a ridare all’agricoltura la sua antica funzione sociale perché acqua, terra e semi non sono semplici merci ma beni comuni da difendere.
Siamo molto soddisfatti dei grande successo di pubblico ottenuto e della rete che siamo riusciti ad ampliare. Il terzo giorno ci ha offerto una bella, affollata e partecipata assemble nell’area della Sovranità Alimentare promossa e organizzata insieme a AIAB Toscana.
Ci siamo resi conto che le numerose richieste fatte tanti anni fa e a cui puntavamo contando su un modello fondato sull’efficienza e le rinnovabili, sull’importanza della sovranità alimentare ossia del diritto di ogni popolo a produrre, sull’esigenza di una democrazia partecipativa, dei distretti di altra economia, dei gruppi di acquisto solidale, sono state affrontate nel corso di tutti questi anni nel dibattito pubblico e nel’agenda di decisori politici molto timidamente e con enorme lentezza.
Le soluzioni, ahimè, appaiono non semplici da raggiungere né immediate ed è per questo che diventa sempre più impellente costruire diversi modelli di produzione, di consumo, di commercio, di lavoro e di risparmio partendo dal presupposto fondamentale che tutti noi cittadini possiamo essere protagonisti del cambiamento da realizzare.
C’è dunque bisogno di un’alleanza sociale che possa dar luogo a un nuovo paradigma: amministrazioni locali capaci di buon governo, cittadini consapevoli impegnati in un confronto dialettico con i poteri pubblici per rivitalizzare la democrazia, organizzazioni sociali che arricchiscano la comunità con forme adeguate di partecipazione, imprese innovative, scuole, enti di ricerca e di formazione che investano sui giovani, una politica competente e pulita che sappia guardare al benessere e recuperi credibilità nei confronti dei suoi cittadini.
Lasciamo Terra Futura più consapevoli e convinti che continueremo ad essere una parte importante di questo progetto.
Ringraziamo pubblicamente l’AIAB Toscana e i nostri produttori presenti con diversi stand nell’area preposta al mercato contadino che attraverso i produzioni ortofrutticole e casearee hanno rappresentato egregiamente le realtà lucane e siciliane.
Per una sintesi delle tre giornate a Terra Futura vi rimandiamo ad AltragricolturaTv nella playlist Terra Futura