da Ennapress (vedi originale)
Scritto da Capo Redattore | March 18, 2013 |
Un comparto in ripresa che può dare molto all’economia provinciale, ma dove c’è ancora molto da fare. E’ quello zootecnico che pare avviarsi dopo anni di “bufera” sanitaria verso una strada di serenità. Il settore zootecnico è di notevole importanza non solo per il comparto agricolo, agroalimentare provinciale dove ne rappresenta ancora oggi con circa il 50 per cento della Produzione Lorda Vendibile quello più remunerativo dell’intero settore ma lo è anche in termini sia si quantità che di qualità. Ad oggi il “parco animali” in provincia di Enna consta di circa 145 mila capi di ovi caprini e intorno a 50 mila di bovini mentre i suini e gli equini sono rispettivamente un paio di migliaia. Inoltre nella zona Nord della provincia di sta sviluppando una interessante attività di allevamento di bufale per la produzione di mozzarelle. Da sempre la zootecnia ha rappresentato il valore aggiunto per gli imprenditori agricoli. E la provincia di Enna è stata da sempre un punto di riferimento nell’isola del settore sia per le razze allevate che per la qualità dei prodotti caseari. Basti pensare che la fiera della zootecnia più antica della Sicilia si svolgeva proprio a Enna facendo segnare 50 edizioni. Ma da qualche anno a causa della mancanza di risorse non la di fa più. Ed a complicare si ci è messa anche la Regione con la chiusura come nel resto dell’isola degli uffici periferici dell’associazione regionale allevatori. Da sempre ad agevolare l’attività zootecnica in provincia è stata anche una condizione pedo climatica molto favorevole. Ma da una decina di anni, epidemie come la Brucellosi hanno di fatto sia sterminato migliaia di capi. Ma da un paio di anni però si è avuta una netta inversione di tendenza e grazie alla sinergia tra l’Asp, Provincia e Comuni, la collaborazione delle associazioni professionali di categoria come Cia, Coldiretti e Confagricoltura e sotto la consulenza dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo gradualmente i focolai della Brucellosi che avevano raggiunto numeri preoccupanti sono stati sensibilmente ridotti circoscrivendo prima successivamente debellando quasi del tutto la patologia si è arrivato al quasi il totale risanamento degli allevamenti tanto che ormai in diverse zone della provincia, si inizia a parlare al ritorno della caseificazione a latte crudo. E già sono una trentina le nuove autorizzazioni rilasciate in tutta la provincia dai vari Comuni per l’apertura di nuovi caseifici in aggiunta alla decina già presenti. Il che significa che c’è ancora tanta gente, anche in un difficile momento economico come l’attuale, pronta a scommettersi nell’attività lattiero casearia. “E’ vero in questi ultimi anni abbiamo ottenuto risultati importanti riducendo notevolmente la percentuale dei capi infetti – commenta – il Dirigente capo del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp Ireneo Sferrazza – ma non significa che ci dobbiamo adagiare anzi paradossalmente adesso viene il momento più difficile. Considerando la particolarità della nostra provincia che è territorio di “transito”, il rischio che possa nuovamente diffondersi è più altro rispetto ad altri territori. Ad ogni modo posso però dire che l’attività da noi svolta in sinergia con la Provincia anche se all’inizio è stata una sorta di “terapia d’urto” ha dato i suoi effetti tanto che da sperimentale è stata presa dall’assessorato regionale alla Sanità come esempio da seguire in tutta la Sicilia. Ma tutto ciò è stato reso possibile grazie alla sinergia con altre istituzioni come la Provincia, i Comuni le associazioni e sopratutto la grande collaborazione della quasi totalità degli allevatori”.