Giovedì 20 dicembre ore 9.30 – Saletta delle Conferenze della provincia di Matera
La commissione Agricoltura del Senato ha concluso i lavori pubblici della legislatura incontrandoci per tre ore in audizione
Il prossimo parlamento dovrà ripartire da li: affrontare la crisi delle campagne. Ache in Basilicata e Puglia saremo di nuovo in strada ed al Parlamento senza permettere più alibi
In conferenza stampa a Matera Fabbris e gli altri partecipanti lucani alla audizione renderanno pubblici i documenti assunti e la convocazione della nuova fase di mobilitazione nelle aree rurali che attraverserà la prossima campagna elettorale.
Si è tenuta ieri (18 dicembre) L’audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato si è svolta questo pomeriggio a Roma. Una delegazione di crica 50 agricoltori, la metà dei quali provenienti dalla Sicilia, è stata ricevuta dalla Commissione Agricoltura del Senato, con il presidente Paolo Scarpa Bonazza. A guidare la delegazione era il coordinatore nazionale di Altragricoltura, Gianni Fabbris ed il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia.
La maggior parte degli agricoltori proveniva dalla cosidetta fascia trasformata, gli altri da altri regioni del meridione (Basilicata, regione d’origine di Fabbris, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Molise).
“le nostre richieste e le nostre analisi sulle motivazioni della crisi sono state tutte interamente accolte – ha detto Fabbris – è stata un’audizione molto lunga, durata più di tre ore ed i senatori hanno ascoltato con molto interesse. Abbiamo appreso che molte delle cose che abbiamo chiesto erano già state inserite in documenti di lavoro della commissione, che li aveva proposto al Parlamento ed al governo, ma non aveva ottenuto nulla.
Nelle scelte di politica agricola, questo governo, così come il precedente, è stato succube delle direttive europee che, finora, non hanno tenuto in nessun conto l’economia agricola del meridione d’Italia. L’accordo euro-marocchino, ad esempio, avvantaggia i paesi del Nord Africa e penalizza noi!
Ora, la commissione elaborerà un documento che conterrà le nostre richieste. Rimarrà agli atti per il prossimo Parlamento”
Intanto, a Vittoria, continua lo sciopero della fame condotto da Tano Malannino, Tonino Messinese e Maurizio Ciaculli. Sono arrivati al 13^ giorno di sciopero della fame. Oltre ai liquidi, hanno assunto anche milee e gatorade. Ma le forze fisiche si fanno sempre più deboli.
“Dobbiamo verificare la possibilità di valorizzare il più possibile questa battaglia – ha detto Fabbris – ma ora l’emergenza è costruire una piattaforma di rivendicazioni e di battaglie per il prossimo Parlamento. Dobbiamo chiedere con forza che l’agricoltura entri nell’agenda del prossimo governo e che si dia al sud possibilità di rilancio. Continueremo a batterci per la “sovranità alimentare” e per dare alle aziende la possibilità di produrre reddito”
Invito alla conferenza stampa
(info Gianni Fabbris 3466483882)
3 DI NOI SONO AL 13° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME
Ora risolvete anche la nostra di crisi: le aziende agricole non devono chiudere
Martedi 18 dicembre la Commissione Agricoltura del Senato incontra una delegazione con oltre 50 agricoltori delle Regioni meridionali, sindaci, istituzioni e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia, mentre Tano, Tonino e Maurizio (agricoltori di Vittoria) sono al 13° giorno di sciopero della fame
Tante volte in questi anni abbiamo incontrato le istituzioni per spiegare alla politica che queso Paese non può pagare il prezzo della chiusura e della perdita delle aziende agricole e del patrimonio di lavoro e saperi che generazioni di agricoltori hanno accumulato nei secoli. Finora non ci siamo riusciti: cdntinaia di mobilitazioni, manifestazioni di crisi, pressioni, proposte non hanno invertito il quadro che le scelte e la responsabilità della politica ci consegna: le aziende e le nostre terre stanno passando di mano: banche, poteri finanziari, concentrazioni speculative e commerciali, capitali illegali si stanno impadronendo di un patrimonio strategico per la Sovranità Alimentare del Paese, la sicurezza dei cittadini, il lavoro, la tutela del territorio.
Lo sciopero della fame duro e determinato di tre di noi (che sta mettemndo seriamente a rischio la loro incolumità e la loro salute) non è un gesto disperato ma, al contrario, l’ennesima manifestazione di lotta di chi, con dignità e lucidità, non vuole accettare come inevitabile il destino che le scelte europee e nazionali stanno compiendo sulla pelle di agricoltori e consumatori: quella di lasciarci tutti più poveri nelle mani di chi governa gli scambi commerciali del cibo espropriando le comunità locali e nazionali del diritto di avere un territorio vivo pieno di uomini e donne al lavoro, tutelato e gestito in maniera corretta e ambientalmente ricca.
Vittoria e la Sivcilia sono l’avamposto più esposto di un disastro sociale che il prossimo anno potrebbe esplodere nelle aree rurali coinvolgendo le città e le nostre comunità: gli agricoltori non ce la fanno più e chiedono alla politica una svolta urgente a favore del lavoro, dei consumatori e del territorio.
Domani saremo a Roma per portare alla Commissione Agricoltura del Senato l’urlo della crisi delle aree rurali ma, anche ed ancora una volta, le proposte per uscire dalla crisi e per depositare un documento su cui impegnamo fin d’ora la politica ed il prossimo parlamento a dare le risposte.
LO faremo come agricoltori, rappresentanti di associazioni di base e organizzazioni insieme ai nostri sindaci ed alle istituzioni territoriali ed annunceremo la nostra ferma determinazione a convocarci in mobilitazione nelle strade ed a Roma fina dall’insediamento del prossimo parlamento per evitare che la prossima legislatura sfugga ancora una volta dalle responsabilità dalle scelte di riforma che non possono più essere rinviate.
La delegazione è coordinata e organizzata da Gianni Fabbris dirigente di Altragricoltura ed incontrerà la stampa alle ore 12,30 presso la sala stampa della Fondazione Basso in Via della Dogana Vecchia 5 (angolo di Piazza Sant’Eustacchio dietro al Senato).Sono invitati la stampa, i parlamentari e i rappresentanti politici