«L’occupazione militare del territorio di San Didero – ha dichiarato Gianni Fabbris, portavoce dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare – è inaccettabile. Si apra subito una inchiesta indipendente su quanto sta accadendo in queste ore in Val di Susa e il parlamento intervenga urgentemente per scongiurare che si ripropongano gli atti irresponsabili contro le popolazioni, gli attivisti e i cittadini della Valle che, legittimamente, continuano ad opporsi ad una sconsiderata ed inutile opera imposta al territorio. Gravissimi gli episodi di ieri con i lacrimogeni che le forze di polizia hanno sparato in faccia ai manifestanti come documentato dal ricovero d’urgenza di Giovanna Saraceno colpita ad un occhio da un lacrimogeno alla fine di una pacifica manifestazione di solidarietà agli attivisti in sciopero della fame. A Giovanna Saraceno va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà e chiediamo con forza alle autorità di governo di abbassare il profilo dell’intervento in corso e di evitare ogni altra azione irresponsabile. E’ evidente che le forze dell’ordine hanno avuto una reazione spropositata di fronte a quello che era ed è un un atto di solidarietà. Si apra subito una inchiesta indipendente su quanto sta accadendo e su chi ha interese a giocare all’escaletion della tensione.”
La presidenza di Altragricoltura ha sottolineato la solidarietà a tutta la popolazione della Valle denunciando la militarizzazione di un intero territorio che è arrivata, persino, ad impedire lo svolgimento del mercato contadino di San Didero con le persone impedite di potervi accedere. “Se lo Stato arriva ad impedire alla gente di comprare i formaggi e i prodotti che i contadini e i pastori del territorio offrono ai cittadini nel loro mercato storico, allora si rende evidente quale è la posta in gioco: cancellare la resistenza di chi legittimamente si oppone ad un’opera imposta contro il volere delle comunità locali e contro gli interessi dei cittadini e del Paese. La nostra solidarietà di contadini italiani ai contadini ed ai pastori della Val Susa che stanno resistendo è totale come il sostegno a quanti in tutto il Paese resistono alle aggressioni al territorio per affermare i principi del rapporto con la natura e il lavoro della terra fondati sui diritti. Lo Stato deve garantire le condizioni di vivibilità e di agibilità piena nelle comunità rurali e il loro pieno diritto a fruire in pace e serenità del territorio che gestisce storicamente”
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