Com. stampa – Altragricoltura
“Si tratta di una grave violazione di ben due direttive comunitarie”, così si è espresso l’Europarlamentare Pier Nicola Pedicini ai microfono di Radio Iafue intervenendo per illustrare l’iniziativa assunta in sede comunitaria sulla vicenda del conflitto di interessi che oppone il direttore di Agea (Gabriele Papa Pagliardini) con gli interessi dell’Ente che egli stesso è stato chiamato a dirigere prima dal Governo Renzi e poi da quello diretto da Giuseppe Conte.
Il parlamentare europeo ha spiegato che, avendo la Commissione Europea una funzione ispettiva ed essendosi espressa con chiarezza sulla vicenda, c’è da aspettarsi che nei prossimi giorni verrà assunta una iniziativa da Bruxelles per chiedere conto al Governo Italiano ed alle Regioni stesse, chiarimenti su una vicenda che palesemente è contraria a tutte le regole di trasparenza che dovrebbero essere nella responsabilità della gestione di Enti nazionali chiamati a gestire l’applicazione di direttive e procedure comunitarie.
Sulla vicenda è intervenuto il direttivo nazionale di Altragricoltura al termine della sua sessione di lavoro tenuta sabato scorso 27 marzo esprimendo con forza la richiesta che “la Commissione Europea vada fino in fondo a questa vicenda che è solo una delle tante manifestazioni con cui si stanno mostrando gli effetti distorsivi dell’intreccio fra politica, gestione delle risorse comunitarie e degenerazione del sistema di rappresentanza sindacale. Un intreccio pericolosissimo per la democrazia e gli interessi dei cittadini e delle imprese il cui unico interesse è quello di avere la garanzia del massimo della trasparenza e della funzione super partes da parte delle istituzioni regolatrici di diritti fondamentali come sono quello dell’accesso alle misure di sostegno economico dell’Unione Europea. Il fatto che AGEA sia diretta da una persona che, invece di garantire la propria condizione Super Partes, è stato documentato sia componente con ruoli di responsabilità di una società direttamente riconducibile al sistema Coldiretti, è intollerabile. E’ francamente imbarazzante rileggere gli avvenimenti dei mesi scorsi e il tentativo (in corso) di imporre ai Centri di Assistenza Agricola convenzionati con AGEA modelli di convenzione da più parti (e da noi stessi) denunciato come funzionale a mantenere gli interessi proprio della Coldiretti e del suo sistema di relazione con le imprese. Un sistema che sta sempre di più mostrando la sua invadenza contraria proprio allo sviluppo di quelle azioni definite in sede comunitaria e che in Italia stentano a mostrare gli effetti. E’ il caso degli orientamenti definiti dalle azioni europea che vanno nella direzione di favorire e incentivare il sistema delle OP e della contrattazione interprofessionale che trovano un ostacolo proprio nella strategia della Coldiretti di concentrare gli investimenti in Holding finanziarie e commerciali e in veri e propri cartelli e cordate come i Consorzi Agrari Italiani che, in realtà, costituiscono centri di potere finanziari e politici fuori dal controllo democratico delle istituzioni e degli agricoltori. La Commissione Europea, vada fino in fondo, accerti cosa e come si manifestano i problemi con questa vicenda del conflitto di interessi che coinvolge il direttore di AGEA Papa Pagliardini, apra una inchiesta approfondita su quello che succede in Italia per effetto di strategie riconducibili direttamente all’azione di quelli che dovrebbero essere “sindacati di rappresentanza di interessi legittimi degli agricoltori” e che si vanno convertendo sempre di più in un sistema insopportabile pericoloso per l’agricoltura italiana, la dignità e l’autorevolezza della azione europea e la democrazia”.
IL direttivo di Altragricoltura ha annunciato, contestualmente, una lettera aperta al sistema dell’informazione pubblica italiana per chiedere che manifesti il coraggio necessario a raccontare quello che sta accadendo in questo rapporto fra sindacato e istituzioni. “E’ intollerabile” cosi si è espresso il Presidente di Altragricoltura nel sottolineare la discussione del direttivo nazionale “che su fatti cosi gravi l’informazione italiana non senta il dovere di dare conto e venga meno alla propria funzione”
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