Avevamo visto giusto: il diritto alla terra è il cuore della riforma

Note a margine della Rubrica del Soccorso Contadino tenuta il 12.11.20 alle ore 13 per la trasmissione
“La Cassetta degli attrezzi” su Iafue Pelaterra
(vedi la trasmissione)

Da cosa partire per affrontare il tema del diritto alla terra? Per capire è utile guardare il quadro internazionale dei principi e dei riferimenti in cui iscriverlo.
L’articolo 17 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata nel 1948 recita: “Ogni individuo ha diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.”
Le Nazioni Unite sanciscono da tempo il diritto alla terra con dichiarazioni solenni e forti non solo iscrivendolo nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ma anche nel Patto sui Diritti Civili e nel Patto Internazionale sui Diritti Economici.
Più volte questi principi sono stati rilanciati fino ad essere poi assunti con forza nella dichiarazione sui Diritti dei Contadini e delle altre persone che vivono nelle aree rurali di due anni fa e, prima ancora, nel documento che fissa gli obiettivi dello sviluppo per l’agenda post-2015.
In quel documento la “Rete Globale di Strumenti per la Terra” (che, attualmente, coinvolge oltre trenta istituzioni, organizzazioni inter-governative, organizzazioni non governative e università) ne fissa alcuni per sostanziare il “diritto alla terra”: un buon uso della terra, la buona governance, l’uguale diritto alla terra ed alle risorse garantito a donne e uomini, la coesistenza fra popolazione urbana e rurale, la sicurezza del possesso, la conservazione della terra e dell’ecosistema, lo sviluppo democratico e pacifico della società, un regolamento del diritto alla terra e delle risorse naturali, fondamentale per la pace e la sicurezza.

Obiettivi e principi importanti che, però, come molte delle dichiarazioni assunte nei consessi internazionali, finiscono per rimanere declamazioni che non hanno capacità di incidere nelle realtà semplicemente perchè non intaccano il punto fondamentale: il modello sociale ed economico dominato dal neoliberismo mercatista e globale del nostro tempo.
Accade, cosi, che in Italia persino le speranze aperte dalla Riforma Fondiaria (conquistata dalle lotte e dai sacrifici con il sangue e la galera) che aveva distribuito le terre togliendole al latifondo consentendo a tutto il Paese di uscire dal medioevo delle baronìe, sono state poi tradite fino ad essere oggi negate.
“Oggi è il tempo di ripartire in una battaglia per la democrazia e la giustizia per riprenderci il diritto alle terre tornate nelle mani dei nuovi latifondisti del nostro tempo che non sono tanto i proprietari terrieri ma le banche, la speculazione finanziaria e commerciale.”
Ha sostenuto Tano Malannino nella rubrica tenuta oggi per la “Cassetta degli Attrezzi” su Iafue Perla Terra ed autogestita dal Soccorso Contadino.
Un lungo percorso di iniziative, quello dell’Associazione per la difesa attiva dei diritti e il mutualismo promossa da Altragricoltura, per difendere ed affermare il diritto alla terra iniziato circa venti anni fa con le vertenze per l’uso delle terre pubbliche in Toscana, e proseguito nelle iniziative contro le vendite all’asta, l’indebitamento delle aziende e per l’uso delle terre pubbliche.
“Fra queste” ricorda Malannino ” la vertenza più significativa è stata, certamente, quella che nel 2007 ha visto Altragricoltura e il Soccorso Contadino aprire e sostenere una iniziativa di mobilitazione e difesa legale in Sardegna per difendere dalla vendita all’asta circa 5.400 aziende in crisi e, per cui, ottenemmo per la prima e unica volta dal Parlamento italiano un provvedimento che sospendeva le procedure giudiziarie permettendo a migliaia di aziende di ricontrattare la propria condizione”.
Un lungo percorso che, fin dall’inizio, si fondava su una analisi giusta di quello che stava accadendo e che fissava già nel 2003 obiettivi e percorsi chiari su cui lavorare e su cui abbiamo lavorato e ci siamo impegnati.

Si legge in un documento (conservato e scaricabile dal sito del Foro Mondiale della Riforma Agraria) dell’ottobre del 2003 con cui Altragricoltura convocava l’atto fondativo del Soccorso Contadino:
“Apriamo insieme la vertenza nazionale per il diritto alla terra; per il blocco urgente degli sfratti e delle azioni che hanno come effetto l’espulsione dalla terra, per l’uso del patrimonio di terre pubbliche che assicuri la priorità della produzione contadina, per un piano di riordino dell’assetto fondiario che garantisca l’accesso alla terra per l’istituzione di una banca della terra che garantisca l’uso delle terre dismesse.”

Dopo le ultime iniziative tenute a luglio 2020 con due scioperi alla rovescia promossi da Altragricoltura con una serie di altre realtà per chiedere che le terre pubbliche siano messe a disposizione di un piano di rilancio agricolo capace di sostenere il diritto alla terra, è arrivato, il tempo di fare un salto di qualità organizzativo.

E’ cosi che Tano Malannino, al termine della trasmissione, ha annunciato la convocazione di un incontro nazionale per dare vita ad un coordinamento delle diverse realtà che in Italia se ne occupano, coordinare le iniziative ed aprire una vertenza nazionale sull’uso delle terre pubbliche.

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